Dopo le Incidenze
dei Casi Positivi, nella pagina sono presentati
3 grafici
relativi all’andamento della Mortalità,
nell’intero arco della storia della pandemia e
nelle singole regioni italiane (suddivise in 3
gruppi). Purtroppo questi andamenti mostrano
chiaramente gli effetti più dolorosi
verificatisi soprattutto nel periodo 2 (dagli
inizi di agosto del 2020 alla fine di giugno del
2021) e mostrano quanto quella seconda fase
della pandemia sia stata assai grave per tutte
le regioni d’Italia, senza eccezioni; ma se
mettiamo a confronto i dati di quella con i dati
della prima fase, dobbiamo constatare che le
regioni del centro-sud, che avevano avuto una
bassa mortalità nella prima fase, hanno
raggiunto valori di mortalità da 8 a
20 volte più grandi.
CONFRONTO
TRA LE REGIONI - fase 6
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Questo confronto è necessariamente basato sui valori numerici in rapporto alla popolazione. La storia dalla Prima alla Quinta Fase è descritta e commentata nella nuova sezione di ARCHIVIO storico (in costruzione). Cominciamo
qui, relativamente al periodo 6, con il
quadro dei Ricoverati (complessivi)
nelle singole Regioni nel corso del
tempo, perché durante la pandemia la
priorità assoluta, più che la diffusione
del contagio, è stata quella di seguire
quante persone sviluppavano la malattia
tanto da dover ricorrere
all’ospedalizzazione, affollando i
reparti Covid degli Ospedali. Ricordiamo
che questi reparti sono stati, in alcune
regioni, fortemente sotto stress, gli
operatori erano stremati per i turni di
lavoro assai duri e per le grosse lacune
negli organici e purtroppo non c’è stato
rimedio, se non quello di spostare forze
preziose dagli altri reparti, con le
ovvie, tragiche conseguenze. Questo è un
articolo
di Andrea Capocci del lontano 23
novembre ’22, sulla situazione degli
ospedali e sulle varianti del
SARS-Cov-2.
RICOVERI TOTALI1) I grafici 1 e 2 mostrano, nelle due Aree 1 e 2 (vedi le Regioni nella legenda a destra), i numeri totali degli ospedalizzati (comprese le Terapie Intensive), giorno per giorno, in proporzione ad una popolazione di 100.000 abitanti delle singole Regioni. La data di partenza è il 1° maggio 2024, dunque si tratta del periodo 6. Queste 8
regioni + 2 PP.AA. dell’Area 1
hanno avuto tutte una crescita
significativa nella seconda metà
dell’anno scorso 2023;
questa crescita ha colpito
essenzialmente i reparti di Area Non
Critica.
Dalla fine di
dicembre 2023, per tutte le
regioni, il numero dei ricoverati è diminuito
in maniera piuttosto netta. Poi,
a giugno 2024 è iniziata una leggera
crescita e siamo al più ai 12
ricoverati per 100 mila di
popolazione (ancora l’Emilia e
Romagna).
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2) In
questo grafico 2, ci sono 11
Regioni che sono state, nel corso
dei primi 2 periodi di pandemia, fino alla
fine di giugno 2021, per lo più al di
sotto della media nazionale, e hanno
continuato ad esserlo anche nel periodo
successivo (con alcune significative
eccezioni, però, nel corso del tempo: Sicilia,
Sardegna, Toscana
e successivamente Umbria e
Abruzzo).
Tutte le
regioni, attualmente, per quanto riguarda
il tasso di occupazione dei reparti, sono
al di sotto del valore 3% per le TI (solo
Umbria è a 3,8%); mentre per l’area Non
critica, tutte le regioni sono al di sotto
del 7% (solo Umbria è a 12,8%) - (dati del
Monitoraggio settimanale MS del
giorno 4 ottobre 2024). |
CONTAGI - Nuovi Casi PositiviLa variante “omicron”, dall’inizio
del 2022, ha soppiantato la “delta”
ed è l’unica presente sull’intero
territorio nazionale (99,9%). Questa è la
sintesi dell’ultima indagine del marzo
2024 (ISS e Fondazione B. Kessler
di Trento): il quadro è dominato dalle
cosiddette ricombinanti
omicron-omicron XBB e da una
sottovariante della BA.2.86.
INCIDENZA dei Casi Positivi su 7 GIORNI
3) Area 1 |
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Questa è
l’Incidenza cumulativa su 7
giorni dei Nuovi Casi Positivi (che
si ottiene semplicemente sommando i
valori giornalieri nei 7 giorni
precedenti e rapportando il
risultato ad una popolazione
di 100 mila persone): per l’Area
1 sopra, e per l’Area
2 sotto.
4) Area 2 |
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LA MORTALITÀ NELLE REGIONIIl confronto prosegue con la storia dei decessi, quella che si chiama la “mortalità” (che è appunto il numero cumulativo dei decessi relativamente alla popolazione, nel corso del tempo). E qui in questa pagina vogliamo mantenere questi 3 grafici che sono relativi all’intero periodo della pandemia, dal 24 febbraio 2020 fino ad OGGI. Questa è la parte assai dolorosa della storia della Covid-19 in Italia. L’incidenza su una popolazione di 100 mila individui aiuta a fare il confronto tra le regioni italiane e si evidenziano le grandi differenze tra di esse. Come si vede bene da questi grafici, tutti gli andamenti erano su un plateau praticamente costante per i 3 mesi estivi del 2020, fino ai primi di ottobre di quell’anno. Poi, è iniziata un’altra storia. Attenzione
alla risalita che si è verificata, nello
scorso autunno-inverno ’23, in alcune
regioni in maniera non irrilevante. Nel
mese di luglio ’24, il Friuli
V.G. sta mostrando una
crescita più significativa, e in parte
anche la Liguria e la Toscana. |
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5) Mortalità totale |
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6) Mortalità settimanale In aprile ’24
tutte le regioni sono al di sotto di
0,1, tranne il Friuli V.G.
che ha toccato ancora lo 0,2. Da
fine giugno ’24 sono salite sopra
lo 0,3 il Friuli V.G.
(con un guizzo fino a 2,0), la Liguria
(con un guizzo fino a 2,4), la Lombardia,
la Toscana e la Basilicata
(fino a 0,5). |
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CONFRONTO TRA NAZIONI DEL MONDO - mortalità E veniamo ad un confronto molto utile
e interessante tra le nazioni del Mondo.
Le principali istituzioni internazionali
che si occupano della Salute mondiale
pubblicano i dati relativi alla
mortalità e ai contagi, mentre sono
assenti i dati relativi ai ricoveri in
ospedale. Abbiamo scelto di mostrare i
grafici degli andamenti della
mortalità, ritenendo questi dati
maggiormente attendibili e comunque
altamente significativi per la loro
gravità. Si tratta dunque del numero
cumulativo di deceduti, in proporzione
ad una popolazione di 100 mila abitanti,
di ciascun paese nel corso del tempo. 7) Il grafico relativo alla fase
2 (dal 1° agosto 2020 al 30
giugno 2021) è stato spostato in Archivio
(sezione in costruzione). |
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Nel grafico di sinistra manca la curva
del Perù!!! Infatti, nel
grafico relativo alla fase 2 (in
Archivio), appare un fatto clamoroso:
il 1° giugno 2021, il primo ministro
peruviano, Violeta Bermudez, in piena
campagna per l’elezione presidenziale
(ballottaggio tra Keiko Fujimori e Pedro
Castillo, vinto da quest’ultimo), ha
annunciato che il conteggio dei decessi
per Covid in Perù era stato
cambiato drasticamente sulla base dell’eccesso
di mortalità (rispetto alla media
dei 5 anni precedenti - oggetto di
indagine anche da parte del nostro
ISTAT). Si tratta del primo e unico
paese al mondo che adotta questo
criterio, il risultato è che il giorno
dopo, il 2 giugno 2021,
il numero totale dei deceduti in Perù è
passato da 69.342 a 184.942,
molto più che raddoppiato! E il valore
su 100 mila di popolazione è saltato
da 213,3 a 568,9 (fuori
scala nel grafico). Volendo rendersi
conto, si può vedere in questo altro grafico
l’andamento attuale del Perù con altre
21 nazioni a confronto. Questo fatto ha
portato clamorosamente alla luce quanto
già si sospettava o si sapeva, a
proposito della mortalità per Covid-19 e
alla sua rilevazione in molti paesi del
mondo, non esclusa l’Italia...
In più, quanto accaduto in
Perù ha evidenziato le cause che hanno
determinato in molti paesi un bilancio
delle vittime così catastrofico e
decisamente caratterizzato
dall’appartenenza di classe sociale. 8) Qui sotto ci sono altri 2 grafici, “politicamente scorretti”, in cui sono mostrati gli andamenti della mortalità della “Repubblica lombarda” e del “Resto d’Italia” come entità separate; questo perché si tratta comunque di un aspetto della nostra storia che ha una sua rilevanza (attenzione, sono mostrate solo alcune delle altre nazioni del mondo, per una maggiore leggibiltà). Nel grafico di destra, al di sopra della “Repubblica lombarda”, non mostrate nel grafico e oggi con un valore maggiore di 450, ci sono Bosnia Erzegovina e Nord Macedonia. |
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Il suggerimento a costruire questi grafici venne nel 2020 da una osservazione di Vittorio Agnoletto (in una lettera al sindaco Sala di Milano) a proposito del fatto che, se si fosse considerata la Lombardia come una nazione indipendente, essa all’epoca sarebbe stata la nazione con la più alta mortalità del mondo, e di gran lunga: il doppio di quella che allora era la prima del mondo, il Belgio, con una popolazione paragonabile (vedi la parte iniziale del grafico di sinistra, qui sopra). Note: [1]
Le statistiche della mortalità (numero
di decessi rapportato alla popolazione)
per paesi o regioni del mondo, nel corso
del tempo e per singole cause di morte,
sono importantissime ai fini della
corretta gestione della salute pubblica;
e sono molto difficili da eseguire ed
affette da errori ben conosciuti. |