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la pagina 1 dei GRAFICI della COVID-19(sulla base dei dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile, DPC) TROVI SOTTO a fondo pagina: un link alla
pagina Covid-19 -
Sorveglianza e monitoraggio del Ministero della
Salute (MS) con l’Archivio dei monitoraggi settimanali
e, inoltre, i link al sitoWeb del Governo, che
abbiamo utilizzato lungo i primi 2 anni della pandemia
(da 2 anni... l’Accesso, però, è NEGATO).
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Attenzione,
una denuncia: alla fine di ottobre 2022,
in coincidenza con l’entrata in carica del nuovo
governo, è venuta meno la preziosa opera di
documentazione giornaliera da parte del
Dipartimento della Protezione Civile. Per una
decina di giorni sono semplicemente mancati i
dati, che erano stati garantiti dal 24 febbraio
2020 per ben 975 giorni consecutivi, poi
sono stati finalmente pubblicati il 3 novembre.
Nel frattempo si è appreso che il Governo aveva
deciso che sarebbero stati pubblicati
settimanalmente e non più giornalmente (comunicato
del ministro Schillaci). Però, con la
pubblicazione del 25 novembre ’22, sono
risultati troncati i dati dal
giorno 20 novembre 2022 in poi, apparentemente
per incuria degli operatori (VEDI,
da non crederci). Ciononostante, siamo riusciti
dal 5 dicembre 2022 a trovare una via
alternativa all’accesso (non pubblica)
con l’aiuto della Fondazione GIMBE, che
ringraziamo. |
Una presentazione:
La pandemia può essere considerata terminata, ma rimane fermo che è opportuno continuare a seguire le incidenze dei nuovi contagi... e le loro conseguenze:
ATTENZIONE: la diminuzione dei nuovi contagi nel corso dei primi mesi del 2024 è stata rapida, l’incidenza è scesa a valori molto bassi, ma da maggio scorso abbiamo osservato una crescita che, pur non destando molta preoccupazione, ha presentato per un breve intervallo temporale di 15 giorni (dal 10 al 24 luglio) un andamento esponenziale - VEDI sotto, paragrafo 3. Poi, dalla fine di settembre è iniziata una diminuzione che dura tuttora.
Bisogna ricordare che i contagi SONO STATI IN GENERALE MIGLIORAMENTO sin dall’inizio dell’anno 2022 e che le crescite successive sono state degli episodi appariscenti ma non gravi e relativamente brevi (GUARDA l’Archivio e i grafici dei paragrafi 1, 2 e 3).
Questo è ben rappresentato dall’andamento dell’indice di replicazione diagnostica: vedi sotto la definizione e il grafico dell’ultimo periodo nel paragrafo 4 (per persone più esperte).
I contagi sono stati caratterizzati dalla trasmissibilità veramente eccezionale della variante omicron (sottovarianti 1, 2 e poi 4 e 5, e ulteriori sottolignaggi), che si è rivelata, però, assai poco letale. Infatti, l’andamento dei ricoveri (GUARDA i grafici in Archivio e quelli del paragrafo 5) non è stato particolarmente affetto dalla diffusione di questa variante.
Ricordiamo che gli indici dei ricoveri devono preoccupare più di ogni altra cosa, a causa dell’estrema fragilità dei servizi sanitari regionali, messi a dura prova da 4 anni di pandemia. La circostanza maggiormente dolorosa rimane l’aumento inesorabile dei decessi che si è vericato ancora fortemente nel corso di tutto l’anno 2023 e ancora nel corso di questo 2024; GUARDA subito il paragrafo 6.
Certo, non si può fare a meno di esprimere l’amarezza e.., ci si permetta, l’indignazione (relativamente all’operato delle autorità regionali e nazionali) per il fallimento, dimostrato purtroppo nei fatti dalle regioni, nel mettere in piedi e organizzare unità territoriali adibite specificamente al tracciamento e all’isolamento dei casi, così come nel prendere di petto, almeno con dei primi passi, la riorganizzazione delle scuole e dei trasporti locali.
In questa pagina i grafici riguardano
l’intero territorio nazionale. Nella successiva pagina 2
mostriamo dei grafici che documentano più in dettaglio
l’andamento della pandemia nelle singole Regioni.
Lo sguardo complessivo sulla situazione mondiale
non deve essere trascurato: nella pagina 2
abbiamo dunque presentato nell’arco di quasi 3 anni
alcuni grafici tratti dai dati pubblicati giornalmente
dal Coronavirus Resource Center della Johns
Hopkins University di Baltimora. Purtroppo, questo
Centro ha smesso di
raccogliere i dati dal 10 marzo 2023.
I nostri grafici documentano la mortalità nel Mondo, con
un confronto tra gli andamenti delle singole Nazioni,
solo fino a quella data.
Nella pagina 2 si dà conto inoltre di un importante articolo pubblicato su The Lancet (marzo 2022) nel quale viene stimato in maniera molto accurata che il numero di persone decedute nel mondo, per la Covid-19 e per le conseguenze della pandemia, nei 2 anni 2020 e 2021 è stato 3 volte (!!!) quello registrato dagli organi istituzionali come l’OMS. In Italia la stima del numero dei deceduti è di poco meno di 2 volte (1,89) rispetto a quello registrato da Dipartimento della Protezione Civile, Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità.
I grafici, più delle parole, mostrano con chiarezza i diversi momenti rilevanti delle fasi della pandemia!
La situazione negli ospedali è stata monitorata dal 2020 al 2022 attraverso il sito dell’AGENAS, che si è rivelato assai prezioso: Portale-Covid-19.
Attenzione, purtroppo il portale è stato ELIMINATO! Era FERMO al giorno 29 ottobre 2022 e non c’era alcuna spiegazione.
Qui riportiamo il dato, aggiornato al 4 dicembre ’24, che viene pubblicato nell’ultimo Monitoraggio disponibile del MS. Sul territorio nazionale abbiamo tassi di occupazione: per le TerInt, di 0,6%, rispetto alla soglia di “allerta” che è del 10%; per l’Area Medica del 2,1%, rispetto alla soglia del 15%: in diminuzione rispetto alle settimane precedenti!
Nei grafici contenuti
in questa pagina, sull’asse orizzontale delle x
sono indicati i giorni numerati progressivamente
(questo è necessario quando la scala sull’asse
verticale è logaritmica) oppure sono indicate le
date; sull’asse verticale delle y sono
indicati gli individui, ma i valori mostrati non
sono i numeri assoluti (tranne che in qualche
caso). Così come è usuale, abbiamo scelto di
mostrare i numeri “n” calcolati in
proporzione ad una popolazione di 100.000 o di 1
milione di individui, per rendere più
confrontabili grafici riferiti a popolazioni di
aree o regioni diverse (dunque n=N/P*100.000;
dove N indica il numero assoluto e P
indica la popolazione del territorio in esame). |
CONTAGI
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Premessa: guardando i deceduti nella fase 1
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AGGIORNAMENTO sui decessiIl valore
per l’Italia il giorno 4 dicembre 2024 è
salito a 336,5
su 100.000 persone, in termini assoluti
198.491 deceduti [era il 19°
posto per Mortalità tra le
Nazioni del Mondo, al 7 gennaio 2024
(dati OMS - WHO, non più aggiornati da
quella data); davanti all’Italia
c’erano, nell’ordine, 5
repubbliche ex-Jugoslave, Bosnia
Erzegovina, Macedonia del Nord, Croazia,
Slovenia, Montenegro, con un numero di
abitanti tra 600 mila e 3 milioni, e
c’erano Perù, primo in assoluto
(questo è stato un fatto clamoroso: VEDI
pagina 2
per i dettagli), Bulgaria, Ungheria,
Georgia, Repubblica Ceca, Slovacchia,
Lettonia, Romania, Grecia, Lituania,
Stati Uniti, Gran Bretagna e Brasile —
alcune nazioni, tra cui Messico, Cile,
Colombia, Belgio, Argentina, Polonia e
Ucraina (dato nuovamente aggiornato dal
14 luglio 2022), che sono state a lungo
sopra l’Italia, sono scese al di sotto
dell’Italia. Considerando invece i
numeri assoluti dei decessi, l’Italia è
all’8° posto nel Mondo]. |
Argomento assai spinoso, perché la rilevazione dipende da condizioni molto variabili nel tempo e soprattutto da zona a zona del territorio, e dalle modalità e dalle capacità di effettuare i test e di comunicare i risultati (da parte delle singole strutture regionali, assai diverse tra di loro). Per questi motivi (in realtà chiaritisi maggiormente nel corso del tempo), nei primi giorni di marzo del 2020, e solo però per i primi quattro mesi di questo lavoro, avevamo rinunciato ad esaminare i contagiati o i nuovi casi positivi giornalieri. Poi, abbiamo cominciato a rilevare le cosiddette Incidenze.
Dopo un anno e mezzo, piuttosto, abbiamo dovuto rinunciare a mostrare il Tasso di Positività (quello calcolato sui “Casi testati”), perché questo dato è diventato del tutto inaffidabile, a causa della gran confusione che si è creata sui Tamponi (infatti molte Regioni, già dall’inverno ’21-’22, hanno cominciato a comunicare al Ministero numeri di Nuovi Casi positivi talvolta superiori a quelli dei Casi testati giornalieri (che sono i Tamponi eseguiti per la prima volta da un singolo individuo)..! E, d’altro canto, non è corretto rapportare i Nuovi Casi al numero totale dei tamponi effettuati in quel giorno (i tamponi, molecolari o antigenici, possono essere ripetuti più volte sulla stessa persona, ovviamente); questa interpretazione sbagliata del Tasso di Positività è stata quella ufficialmente comunicata e diffusamente ripetuta dai media come Tasso di Positività.
E dobbiamo anche aggiungere che sin dall’estate del 2022 siamo stati dubbiosi sulla effettiva rilevazione dei casi positivi, perché l’uso assai diffuso dei tamponi fai-da-te (senza successiva acquisizione, con tamponi antigenici o molecolari, dalle piattaforme regionali e nazionali) ed una sintomatologia che si confonde con quella dell’influenza stagionale rendono poco attendibili i dati recenti dei contagi, i quali sono molto probabilmente più numerosi.
1) FASE 5: dal 16
luglio 2023 al 30 aprile 2024.
“Casi giornalieri - Scala naturale -
numeri assoluti”
Prima di passare ad
esaminare le Incidenze (su 7 o 14 giorni) in
scala naturale e poi logaritmica, per
comprendere che tipo di crescita abbiamo avuto
ancora nell’estate scorsa, vediamo semplicemente
in questi due grafici, con i numeri assoluti e
in scala naturale, l’andamento giornaliero
dei Nuovi Casi positivi sul Territorio
Nazionale, nei periodi 5 e poi 6
(con una scala ben diversa).
Guardando questi grafici è indispensabile rendersi conto subito del particolare “andamento oscillatorio” dei dati, con periodo settimanale (da cui si capisce che è insensato soffermarsi su percentuali in più o in meno da un giorno all’altro, come si è affannata a fare la totalità dei giornalisti o dei media). Il periodo settimanale, a nostra conoscenza, non è stato mai spiegato, ma è senz’altro collegato alla modalità di raccolta e trasmissione dei dati rilevati dalle ASL territoriali. Qui, allora, è stata sovrapposta una linea continua in rosso che congiunge, per ogni giorno x, i valori ottenuti facendo la media [mobile] sui 7 giorni, da 3 prima a 3 dopo del giorno in questione (in breve è detta “centrata”), sì da smussare le oscillazioni.
Anche nell’anno
2023 ci fu una forte crescita, di fine estate
e poi in autunno, (attenzione alla scala
sull’asse verticale che raggiunge il valore 12
mila). La crescita iniziò a fine luglio
ed ai primi di ottobre fu raggiunto il picco
massimo... e poi, nel mese successivo la
decrescita è stata piuttosto netta.
Poi, è iniziata una nuova crescita a partire dai
primi di novembre... Questa è stata ancora
più forte. La curva della media mostra un
massimo, il 13 dicembre, con un valore di
quasi 10 mila nuovi casi giornalieri. Subito
dopo, la diminuzione è stata velocissima e
nell’arco del mese di gennaio 2024 il
valore della media giornaliera è sceso al di
sotto 1.000.
Passiamo ad un secondo grafico dei casi giornalieri che giunge fino al giorno d’oggi.
FASE 6: dal 1° maggio 2024 ad
OGGI.
“Casi giornalieri - Scala naturale -
numeri assoluti”
Quelli che mostriamo qui
a destra sono gli ultimi mesi (attenzione
alla scala diversa): il valore medio
(dei casi giornalieri, calcolato su 7 giorni)
era sceso al di sotto di 100 nel mese di
marzo ’24; dai primi di maggio è iniziata
una forte risalita fino a circa 2.500
nuovi casi giornalieri tra fine luglio e i primi
di agosto. Dopodiché, si sta verificando una
sostanziale decrescita, oramai abbiamo un valor
medio di nuovi casi giornalieri al di sotto di 400!
Al fine di comprendere quale tipo di crescita c’è stata nel luglio scorso, bisogna passare ad un’indagine sulla base di un indice diverso: l’incidenza dei nuovi casi positivi sui 14 giorni, rapportata a 100 mila abitanti.
2) FASE 6 - “Incidenza
cumulativa su 14 giorni - Scala naturale -
numeri relativi, su 100k di popolazione”
Per migliorare l’esame di dati che hanno
fluttuazioni e irregolarità, una scelta assai
utilizzata in epidemiologia, oltre l’uso della
media mobile, è quella di considerarne l’incidenza
cumulativa su 7 oppure su 14 giorni, su 100k di
popolazione (cioè semplicemente sommando i valori
sui 7 o 14 giorni precedenti al giorno x
e rapportando il risultato a 100 mila abitanti).
Se ne traggono curve più smussate e leggibili.
In caso di forte instabilità
e per un esame più complessivo, è preferibile
seguire l’Incidenza su 14 giorni. Essa è la
grandezza utilizzata da molti organismi
internazionali, come ad esempio l’European
Centre for Disease Prevention and
Control (ECDC).
Questo qui a fianco è il grafico
che ne mostra l’andamento in scala naturale;
l’intervallo rappresentato è il periodo 6,
che inizia il 1°maggio 2024.
A partire dal mese di gennaio di
quest’anno 2024 l’indice era calato drasticamente
fino a 1,7 in aprile e poi si era verificata una
forte crescita fino a 59 ed ora siamo a circa 8
nuovi casi in 14 giorni per ogni 100 mila
persone.
ORA, ESAMINIAMO QUESTO STESSO GRAFICO
IN SCALA LOGARITMICA...
3) FASE 6 - “Incidenza su 14
giorni - Scala logaritmica - su 100k di
popolazione”
Un esame molto
interessante!
Ecco che in questa scala le
crescite nei diversi periodi appaiono più chiare,
e soprattutto abbiamo uno strumento quantitativo
per valutarne l’eventuale crescita esponenziale e
la rapidità.
I periodi 3, 4 e 5 sono
ora visibili nell’Archivio.
A partire dall’inizio del 2024
c’é stato un calo assai rapido, che ha portato ad
un valore intorno a 2.
Attenzione, in
questa scala è molto più evidente la crescita
successiva, a partire dal mese di maggio del
2024: questa crescita è stata esponenziale, nel
periodo dal 10 al 24 luglio, 15 punti
(giorni 1.599–1.613 sull’asse x); il tempo
di raddoppio è T2 = 11,1
giorni.
La variante omicron, da più di 2 anni, è l’unica presente sul territorio. Tra le varie sotto-varianti, i sottolignaggi e le ricombinanti della omicron, già viste negli ultimi mesi, prima si è fatta strada una sotto-variante della XBB.1.9.2 (ricombinante omicron-omicron), la EG.5 che è stata in forte crescita e diffusione a livello globale, in Europa, Stati Uniti e Asia e ora è in forte calo; e poi una sotto-variante della BA.2.86, la JN.1 attualmente predominante. Ecco le percentuali rilevate in Italia: la EG.5 con 1,2% dei campioni sequenziati, la XBB.1.5 con 5,4%, infine la sottovariante della BA.2.86 la JN.1 con 78,4%.
Le stime hanno la data del marzo 2024 e oramai vengono condotte su un numero molto basso di campioni sequenziati e classificati (44!); esse si trovano sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità: monitoraggio varianti del virus. Mancano successive indagini dopo marzo 2024.
4) INCIDENZA SU 7 GIORNI e INDICE RDt
FASE 5 - “Incidenza
cumulativa su 7 giorni - Scala naturale”
FASE 6 - “Incidenza
cumulativa su 7 giorni - Scala naturale”
FASE 6 - “Indice di
Replicazione Diagnostica - Scala naturale”
Abbiamo qui sopra due grafici
dell’Incidenza su 7 giorni su 100 mila
abitanti: a sinistra il periodo 5 dal 16
luglio 2023 al 30 aprile 2024 e a destra il
periodo 6 dal 1° maggio 2024 ad OGGI,
affinché sia ben chiara la grande differenza tra i
due periodi (attenzione alla scala).
Ritroviamo in agosto-settembre ’23 la forte crescita
fin quasi a 80: il picco (massimo) è molto
chiaro, nel giorno 7 ottobre 2023. La
crescita poi è continuata e c’è stato un nuovo
picco oltre 110 nel giorno 16 dicembre. A
gennaio del nuovo anno 2024 il calo
repentino ha portato il valore giù fino a circa 0,8.
La crescita
successiva ha portato il valore a 29,6. Ora
siamo a 4 circa...
A fianco a sinistra un grafico dell’indice RDt.
Questo indice, introdotto già all’inizio
di questa sezione dei Contagi, ripetiamolo, si
ottiene calcolando ogni giorno il rapporto tra il
valore in quel giorno del numero dei nuovi casi
della settimana precedente (l’incidenza su 7
giorni) e il valore dello stesso numero nel giorno
di una settimana prima. Questo rapporto indica
prontamente una crescita (se maggiore di 1) o una
diminuzione (se minore di 1) e la loro entità;
però, bisogna familiarizzarsi con il grafico del
suo andamento (per questo motivo il grafico è
stato messo a confronto con quello dell’Incidenza
su 7 giorni). L’indice mostrato è quello relativo
all’intero territorio nazionale, nel periodo 6.
Questo indice mostra una fotografia, è il caso di
ribadirlo, non una proiezione sul futuro.
Dopo il 21 dicembre 2023 era precipitato
fino a 0,5 e poi tra 0,7 e 0,8. Si è trattato di
3 mesi e mezzo di netta diminuzione. Solo agli inizi di aprile
2024 e poi ancora in seguito ci sono stati dei
guizzi molto brevi fino a 1,5 e poi a 1,7 a metà
luglio; questi corrispondono ad aumenti
dell’incidenza da 0,8 a 29,6, come abbiamo visto
(che in percentuale non sono trascurabili).
Guardiamo le ospedalizzazioni.
I grafici dei RICOVERI e delle TERAPIE INTENSIVE che seguono qui sotto sarebbero ancora da integrare e confrontare con uno strumento di cui si era sentita la mancanza sin dai primi mesi della pandemia e che poi fu opportunamente introdotto: un cruscotto, che è stato per 2 anni la pagina iniziale del nuovo Portale Covid-19 della Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS), che permetteva di visualizzare in tempo reale la percentuale di occupazione dei posti letto in Terapia Intensiva e in Area Medica (non Critica), sull’intero territorio nazionale ed in ogni singola regione; e di visualizzare i grafici degli andamenti nel periodo più recente. Utilissimo!
Il portale, bloccato per alcuni mesi e fisso al giorno 29 ottobre 2022... senza alcuna spiegazione, ora non è più presente sul sito-Web dell’Agenzia, soppresso.
5) FASE 6 - “Ricoveri totali e Terapie intensive - Scala naturale - numeri assoluti”
Nel 2024, in
soli due mesi il numero totale dei ricoverati
in tutti i reparti è precipitato da 8 mila a 2
mila e poi la diminuzione è continuata più
lentamente fino a circa 560 posti occupati ai
primi di maggio. Poi ha ripreso a salire: e
siamo ritornati al di sopra di 2.000. A
partire dalla fine di ottobre il numero dei
ricoverati e tornato a diminuire ed ora siamo
a poco meno di 1.400.
Il numero dei ricoveri in Terapia Intensiva
nel 2024 è stato in netta discesa fino a circa
17 a fine aprile, poi è risalito a circa 70-80
ed ora è ridisceso a 55 circa.
È stato molto interessante,
relativamente ai periodi precedenti della
pandemia, confrontare i grafici di sopra
in scala naturale con quelli di
sotto in scala logaritmica. Il
confronto è stato spostato nell’Archivio (in
costruzione), vale la pena esaminarlo quale
esempio dell’enorme utilità della scala
logaritmica. In questo periodo 6 il
confronto può essere ancora interessante.
Le due curve di sopra mostrano nel grafico di
sinistra il numero complessivo dei ricoverati in
ospedale (la somma dei ricoverati in TI e di
quelli in area non Critica), mentre nel grafico
di destra il numero totale delle sole Terapie
Intensive occupate. Si è ulteriormente abbassato
il rapporto del numero delle T.I. rispetto al
totale dei Ricoveri: 2,8% nei 10 giorni
dal 29 luglio al 7 di agosto del 2024. Si tratta
sempre di un segno che la variante omicron
e le sue discendenti non hanno portato a forme
gravi della malattia.
Hanno continuato, però,
a morire i più anziani!
FASE 6 - “Ricoveri totali e Terapie intensive - Scala logaritmica - numeri assoluti”
6) FASE 6 - “Deceduti - Scala naturale - numeri assoluti”
Questo grafico mostra la crescita del numero
assoluto dei decessi nel periodo 6, dal
1° maggio 2024 ad oggi. Abbiamo superato la
soglia, piuttosto alta, dei 198 mila
decessi. Questo valore (assoluto) si situa all’8°
posto tra le Nazioni del Mondo e al 2°
posto in Europa dopo il Regno Unito.
Una cosa che ci aveva colpito già nel 2022:
a partire dai primi giorni di gennaio del 2022 (VEDI il grafico del periodo 3 in Archivio) iniziò una crescita con una rapidità quasi costante, di circa 300 decessi al giorno in media fino al 14 febbraio (2022)! Poi, la media è diminuita ma si è mantenuta comunque alta e questo si può vedere dalla pendenza della curva in quel grafico.
Ora, i posti occupati in Terapia Intensiva erano 1.300 il 1° gennaio 2022 e da quel giorno e fino al 14 febbraio successivo i nuovi ingressi sono stati in media 120 al giorno. In tutti i periodi successivi la media degli ingressi nelle Terapie Intensive è stata sempre sensibilmente inferiore a quella dei decessi.
Allora, la semplice domanda è stata: dove muoiono le persone positive al Covid-19?
In uno scambio di mail con la Fondazione GIMBE, Elena Cottafava, Segretario Generale, ha fornito la seguente spiegazione:“Non tutti i pazienti hanno caratteristiche cliniche e anagrafiche tali da rendere quei pazienti “ricoverabili” in terapia intensiva. Inoltre, molti pazienti vengono ricoverati in terapia subintensiva (che viene classificata come ricovero nei reparti ordinari e non di area critica). Anche in questo caso, non tutti i pazienti decidono di essere ricoverati (es. un paziente molto anziano e debilitato, con molte altre patologie presenti, il cui quadro clinico fosse nettamente peggiorato con il COVID, potrebbe decidere, in accordo con i medici, di rimanere a casa per l’assenza di terapie ospedaliere di successo).”
Se inseriamo nel
grafico dei decessi, dal 1° luglio ’21
ad oggi, la curva relativa al numero complessivo
dei pazienti usciti dalle TI
(guariti e deceduti, sommati), che si può
desumere dai dati del DPC (occupazioni in TI e
ingressi in TI, giorno per giorno), si vede
immediatamente che il numero complessivo dei
deceduti, positivi al Covid-19, è alquanto
più alto del numero degli Usciti dalle TI
e che la differenza tra i due numeri aumenta
sensibilmente col tempo: questa differenza
rappresenta il numero di persone sicuramente decedute
fuori dalle TI (in realtà sono ben
di più). Ecco il grafico.
Francamente, il fenomeno sembra qualcosa di
sistematico, piuttosto che non una questione di
discrezionalità nei ricoveri.
Comunque, TROPPI DECESSI!
Dal 1° luglio del 2021 fino ad oggi sono stati registrati più di 70.000 decessi; di questi, circa 42.000 (!) sono avvenuti fuori dalle Terapie Intensive.
Possibile che non si riesca a difendere i fragili? E che ci sia così poco senso di responsabilità da parte di quanti, positivi, non rispettano elementari regole di quarantena? È vero però che, con ogni probabilità, qui si sta parlando di anziani che sarebbero comunque deceduti senza Covid nello stesso periodo esaminato, per i quali, insomma, la positività al virus responsabile della Covid-19 è solo un elemento secondario di un quadro clinico assai grave.
7) FASE 6 - “Mortalità settimanale - Scala naturale - su 100k di popolazione”
Abbiamo spostato il grafico relativo ai periodi
1-4 (ed ora anche il periodo 5)
in Archivio
(che è ancora in fase di completamento), quel
grafico è la migliore sintesi dell’impatto
durissimo della pandemia di Covid-19,
sul territorio nazionale italiano.
Qui mostriamo il periodo 6.
Ricordiamo che quando il valore della mortalità
(settimanale) sale al di sopra del
valore 2 si deve considerare che forse si
è davanti a qualcosa di straordinario. Se si
registrano valori al di sotto di 1, la
mortalità si può considerare nella normalità.
Tra 1 e 2 si tratta di un intervallo di
transizione.
Ricordiamo, innanzi tutto, i numeri totali dei decessi nei 6 periodi in cui abbiamo suddiviso la pandemia; i punti di demarcazione sono il 1° agosto 2020, il 1° luglio 2021, il 1° giugno 2022, il 16 luglio 2023 e il 1° maggio 2024. Nel primo periodo abbiamo avuto 35.141 vittime. Il secondo periodo (lungo 11 mesi) è stato certamente quello più grave, durante il quale abbiamo avuto 92.425 vittime. Il numero delle vittime nel terzo periodo è di 39.131. Nel quarto periodo abbiamo raggiunto le 24.264 vittime. Fino ad ora, nel quinto e sesto periodo, il numero delle vittime è di 7.530.
La media giornaliera (calcolata su un intervallo di una settimana) era scesa ai primi di maggio di quest’anno a 0,6 decessi (era salita fino a 60 a metà dicembre 2023). Poi è risalita: dopo aver toccato i 19, oggi è a 6,6.
Per quanto riguarda questo indice della
mortalità settimanale, va ricordato che, finalmente,
il 17 gennaio dello scorso anno 2023,
l’indice è sceso definitivamente sotto 1.
Da quasi 2 anni siamo dunque al di sotto di
1!
L’indice è stato sempre in discesa nella prima
metà del 2024, fino a 0,01 (!), poi in
leggera crescita dalla fine di giugno ’24; ora è
intorno a 0,08.
Per chi volesse dare un’occhiata all’andamento
dei decessi giornalieri, mostriamo in
scala logaritmica il relativo grafico,
che è stato sempre presente nelle precedenti
edizioni. Esso mostra l’oscillazione settimanale
così come abbiamo già visto per i Nuovi casi di
contagio giornalieri.
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Note:
[1] Sul punto dell’intervallo di confidenza, che era molto ampio nel periodo 22 ottobre - 4 novembre 2020, [1,08 ; 1,81], aveva richiamato l’attenzione Giorgio Parisi (all’epoca presidente dell’Accademia dei Lincei e Premio Nobel per la Fisica 2021) in questo articolo, secondo il quale l’elaborazione del valore di Rt non sarebbe stata affidabile a partire dal 20 ottobre 2020; riteniamo ancora utile la lettura di quell’articolo.