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LA STORIA DELLA COVID-19


la pagina 1 dei GRAFICI della COVID-19

(sulla base dei dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile, DPC)



    TROVI SOTTO a fondo pagina: un link alla pagina Covid-19 - Sorveglianza e monitoraggio del Ministero della Salute (MS) con l’Archivio dei monitoraggi settimanali e, inoltre, i link al sitoWeb del Governo, che abbiamo utilizzato lungo i primi 2 anni della pandemia (da un anno e mezzo... l’Accesso, però, è NEGATO).

           Attenzione: OSCURATI, dalla fine di ottobre ’22, i link alle pagine del Governo con la normativa vigente..!

...Non più accessibili in chiaro i dati del DPC (“open data”), apparentemente per incuria..

           ELIMINATO il prezioso portale COVID-19 dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, dal 29 ottobre ’22!



    Consulta in tempo reale la Pagina dei VACCINI anti Covid-19 (ancora funzionante).

    L’Iniziativa dei Cittadini Europei No Profit on Pandemic si è chiusa il 1° agosto ’22 senza successo avendo raggiunto solo un quarto delle firme richieste, a causa del disinteresse dei cittadini in altre nazioni europee.


EDIZIONE del giorno 1° settembre 2024

(la prossima edizione è prevista per la fine di settembre ’24)


LA QUINTA FASE (la lunga decrescita e la leggera risalita estiva)


L’OMS il 5 maggio 2023 ha dichiarato terminata l’emergenza globale per la Salute Pubblica!

(vedi i dettagli nella Home page di questa sezione)


“Un’epidemia è un fenomeno sociale: essa si combatte sul territorio” (E.Burgio, M.Nacoti)    


Il lungo arco di tempo della pandemia è stato suddiviso in 5 periodi o fasi: le prime 4 fasi, che costituiscono la STORIA, e cioè:
   fase 1, dal 24 febbraio al 31 luglio del 2020,
   fase 2, dal 1° agosto del 2020 al 30 giugno del 2021,
   fase 3, dal 1° luglio del 2021 al 3 giugno del 2022,
   fase 4, dal 1° giugno del 2022 al 16 luglio del 2023,
sono collocati in una nuova pagina di “Archivio;

         la fase 5, dal 16 luglio del 2023 a oggi, viene mostrata in queste pagine.

Attenzione, una denuncia: alla fine di ottobre 2022, in coincidenza con l’entrata in carica del nuovo governo, è venuta meno la preziosa opera di documentazione giornaliera da parte del Dipartimento della Protezione Civile. Per una decina di giorni sono semplicemente mancati i dati, che erano stati garantiti dal 24 febbraio 2020 per ben 975 giorni consecutivi, poi sono stati finalmente pubblicati il 3 novembre. Nel frattempo si è appreso che il Governo aveva deciso che sarebbero stati pubblicati settimanalmente e non più giornalmente (comunicato del ministro Schillaci). Però, con la pubblicazione del 25 novembre ’22, sono risultati troncati i dati dal giorno 20 novembre 2022 in poi, apparentemente per incuria degli operatori (VEDI, da non crederci). Ciononostante, siamo riusciti dal 5 dicembre 2022 a trovare una via alternativa all’accesso (non pubblica) con l’aiuto della Fondazione GIMBE, che ringraziamo.


Una presentazione:

La pandemia può essere considerata terminata, ma rimane fermo che è opportuno continuare a seguire le incidenze dei nuovi contagi...:
ATTENZIONE: la diminuzione dei nuovi contagi nel corso dei primi mesi del 2024 è stata rapida, l’incidenza è scesa a valori molto bassi, ma da maggio scorso osserviamo una crescita che, pur non destando molta preoccupazione, presenta per un breve intervallo temporale di 15 giorni (dal 10 al 24 luglio) un andamento esponenziale - VEDI sotto, paragrafo 3.
  Tuttavia, ...bisogna ricordare che i contagi SONO STATI IN GENERALE MIGLIORAMENTO sin dall’inizio dell’anno 2022 e che le crescite successive sono state degli episodi appariscenti ma non gravi e relativamente brevi (GUARDA subito i grafici dei paragrafi 1, 2 e 3).
Questo è ben rappresentato dall’andamento dell’indice di replicazione diagnostica: nell’estate scorsa del 2023 ha presentato una forte impennata, il 23 agosto 2023, fin quasi al valore 2; in questa estate, nel mese di luglio ha avuto un valore medio di 1,5 con un picco a 1,73 (VEDI sotto la definizione e il grafico dell’ultimo periodo nel paragrafo 4 - per persone più esperte).
I contagi sono stati caratterizzati dalla trasmissibilità veramente eccezionale della variante omicron (sottovarianti 1, 2 e poi 4 e 5, e ulteriori sottolignaggi), che si è rivelata, però, assai poco letale. Infatti, l’andamento dei ricoveri (GUARDA i grafici del paragrafo 5 e quelli in Archivio) non è stato particolarmente affetto dalla diffusione di questa variante, pur avendo avuto una breve crescita.
Ricordiamo che gli indici dei ricoveri devono preoccupare più di ogni altra cosa, a causa dell’estrema fragilità dei servizi sanitari regionali, messi a dura prova da 4 anni di pandemia. La circostanza maggiormente dolorosa rimane l’aumento inesorabile dei decessi che si è vericato ancora fortemente nel corso di tutto l’anno 2022 e ancora nel 2023; e a questo proposito GUARDA subito il paragrafo 6.
Certo, non si può fare a meno di esprimere l’amarezza e.., ci si permetta, l’indignazione (relativamente all’operato delle autorità regionali e nazionali) per il fallimento, dimostrato purtroppo nei fatti dalle regioni, nel mettere in piedi e organizzare unità territoriali adibite specificamente al tracciamento e all’isolamento dei casi, così come nel prendere di petto, almeno con dei primi passi, la riorganizzazione delle scuole e dei trasporti locali.


In questa pagina i grafici riguardano l’intero territorio nazionale. Nella successiva pagina 2 mostriamo dei grafici che documentano più in dettaglio l’andamento della pandemia nelle singole Regioni, in quest’ultima fase, a partire dalla metà di luglio 2023.

Lo sguardo complessivo sulla situazione mondiale non deve essere trascurato: nella pagina 2 abbiamo dunque presentato nell’arco di quasi 3 anni alcuni grafici tratti dai dati pubblicati giornalmente dal Coronavirus Resource Center della Johns Hopkins University di Baltimora. Questo Centro, però, ha smesso di raccogliere i dati dal 10 marzo 2023.
I nostri grafici, allora, documentano la mortalità nel Mondo, con un confronto tra gli andamenti delle singole Nazioni, purtroppo solo fino a quella data.

Nella pagina 2 si dà conto inoltre di un importante articolo pubblicato su The Lancet (marzo 2022) nel quale viene stimato in maniera molto accurata che il numero di persone decedute nel mondo, per la Covid-19 e per le conseguenze della pandemia, nei 2 anni 2020 e 2021 è stato 3 volte (!!!) quello registrato dagli organi istituzionali come l’OMS. In Italia la stima del numero dei deceduti è di poco meno di 2 volte (1,89) rispetto a quello registrato da Dipartimento della Protezione Civile, Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità.


I grafici, più delle parole, mostrano con chiarezza i diversi momenti rilevanti delle fasi della pandemia!


La situazione negli ospedali è stata monitorata dal 2020 al 2022 attraverso il sito dell’AGENAS, che si è rivelato assai prezioso: Portale-Covid-19.
Attenzione, purtroppo il portale è stato ELIMINATO! Era FERMO al giorno 29 ottobre 2022 e non c’era alcuna spiegazione.
Qui riportiamo il dato, aggiornato al 21 agosto ’24, che viene pubblicato nell’ultimo Monitoraggio disponibile del MS. Sul territorio nazionale abbiamo tassi di occupazione: per le TerInt, di 0,9%, rispetto alla soglia di “allerta” che è del 10%; per l’Area Medica del 3,6%, rispetto alla soglia del 15%: in leggero aumento rispetto alle settimane precedenti!


TERRITORIO NAZIONALE

periodo dal 1° giugno 2022 a oggi


Nei grafici contenuti in questa pagina, sull’asse orizzontale delle x sono indicati i giorni numerati progressivamente (questo è necessario quando la scala sull’asse verticale è logaritmica) oppure sono indicate le date; sull’asse verticale delle y sono indicati gli individui, ma i valori mostrati non sono i numeri assoluti (tranne che in qualche caso). Così come è usuale, abbiamo scelto di mostrare i numeri “n” calcolati in proporzione ad una popolazione di 100.000 o di 1 milione di individui, per rendere più confrontabili grafici riferiti a popolazioni di aree o regioni diverse (dunque n=N/P*100.000; dove N indica il numero assoluto e P indica la popolazione del territorio in esame).
ATTENZIONE: Tutte le immagini possono essere visualizzate singolarmente (cliccando col tasto destro) e ingrandite per essere meglio esaminate.



CONTAGI


Bisogna partire dai contagi, anche se sono quelli maggiormente soggetti ad errori di rilevazione. In questo periodo 5 (dal 16 luglio 2023 ad oggi), l’incidenza su 14 giorni dei nuovi casi di contagio ha mostrato nell’estate del 2023 una chiara crescita esponenziale (nel suo significato matematico), in un intervallo di ben 4 settimane, terminata tra il 13 e il 15 settembre 2023; e poi in questa estate del 2024 una crescita (di nuovo) esponenziale nell’intervallo di 2 settimane tra il 10 e il 24 luglio (VEDI, paragrafo 3, il grafico in scala logaritmica).
Cominciamo, allora, con una premessa assai utile tratta dalle vecchie edizioni di questa sezione: riproponiamo, per comodità, il paragrafo sulla crescita dei decessi nella fase 1 della pandemia, perché in esso era contenuta un’illustrazione elementare (ma indispensabile) della scala logaritmica. Questa premessa è seguita dalla casella con l’aggiornamento sui decessi.


E quindi, subito dopo, mostriamo gli andamenti dei Casi positivi, giornalieri e sommati sui 7 o 14 giorni (Incidenze); e mostriamo infine un indice molto utile, l’Indice di Replicazione Diagnostica (RDt), riguardo al quale l’Associazione italiana di Epidemiologia già in una nota del 1° febbraio 2021 aveva avanzato la proposta di inserirlo tra gli indici rilevanti, proposta non recepita dal Ministero. Questo indice si ottiene semplicemente calcolando ogni giorno il rapporto tra il valore in quel giorno del numero dei nuovi casi settimanali e il valore dello stesso numero nel giorno di una settimana prima: questo rapporto indica più prontamente una crescita o una diminuzione e la loro entità; ma bisogna familiarizzarsi con il relativo grafico.



Premessa: guardando i deceduti nella fase 1
in scala logaritmica

 “Su 100k di popolazione”

Questo grafico è relativo al primo periodo della pandemia, dal 24 febbraio al 22 giugno 2020; ed è in scala logaritmica, in modo da mostrare la Fase 1 in maniera più chiara. Esso indica i decessi complessivi dall’inizio della rilevazione fino al giorno x. I valori numerici dei decessi sono calcolati in proporzione ad una popolazione di 100.000 (100k) individui.
(ATTENZIONE: il valore della popolazione italiana che abbiamo utilizzato è stato aggiornato all’inizio dell’anno 2023: 58.850.717, dato ISTAT 1° gennaio 2023 - ancora in calo rispetto agli anni precedenti. La Johns Hopkins University, la OMS, così come il sitoweb worldometer [utilissimo] continuano ad utilizzare un dato assai vecchio della World Bank o delle Nazioni Unite.

SPIEGAZIONE DEL GRAFICO

La scala sull’asse y verticale è logaritmica: ogni griglia secondaria (con spaziatura variabile e in grigio più chiaro) sta a indicare il valore che si ottiene moltiplicando per 2, per 3,... per 10 quello della griglia principale inferiore. Questa scala si ottiene prendendo in realtà i logaritmi delle quantità che si vogliono rappresentare, senza mostrarli esplicitamente (da qui la spaziatura irregolare della griglia secondaria). Questa scala permette di comprendere intervalli enormi di valori (potenze di 10) e ha inoltre la caratteristica di mostrare un andamento esponenziale come una linea retta. Infatti, l’andamento dei decessi nelle prime 2 settimane della pandemia, che destò enorme preoccupazione, è decisamente esponenziale, come si vede bene. Nell’equazione della funzione esponenziale indicata, che approssima molto bene quei dati, il parametro importante è la cosiddetta costante di tempo, il coefficiente della x ad esponente di e, k = 0,3032, da cui si ricava il “Tempo di Raddoppio”: T = ln2/k = 2,3 giorni (cioè, ogni 2,3 giorni qualunque sia il valore di partenza esso raddoppia e così via – questo significa “esponenziale”!
A questo proposito, vi suggeriamo questo breve articolo redazionale del Corriere della Sera del 15 agosto 2020 – Attenzione, “ln2” è il logaritmo naturale di 2, cioè l’esponente a cui bisogna elevare la base “e” per ottenere 2 – “e” è il numero di Nepero, un numero con infinite cifre decimali: 2,71828...).
Se non ci fosse stato il decreto di chiusura completa del 9 marzo 2020 (che è il numero 15 sull’asse delle x), avremmo avuto, in caso di andamento esponenziale, al 1° aprile successivo (numero 38 sull’asse delle x un numero di vittime pari a 1.000 su 100.000, cioè all’1% dell’intera popolazione italiana, cioè circa 600.000 morti!



AGGIORNAMENTO sui decessi

Il valore per l’Italia il giorno 28 agosto 2024 è salito a 335,17 su 100.000 persone, in termini assoluti 197.252 deceduti [era il 19° posto per Mortalità tra le Nazioni del Mondo, al 7 gennaio 2024 (dati OMS - WHO, non più aggiornati da quella data); davanti all’Italia c’erano, nell’ordine, 5 repubbliche ex-Jugoslave, Bosnia Erzegovina, Macedonia del Nord, Croazia, Slovenia, Montenegro, con un numero di abitanti tra 600 mila e 3 milioni, e c’erano Perù, primo in assoluto (questo è stato un fatto clamoroso: VEDI pagina 2 per i dettagli), Bulgaria, Ungheria, Georgia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lettonia, Romania, Grecia, Lituania, Stati Uniti, Gran Bretagna e Brasile — alcune nazioni, tra cui Messico, Cile, Colombia, Belgio, Argentina, Polonia e Ucraina (dato nuovamente aggiornato dal 14 luglio 2022), che sono state a lungo sopra l’Italia, sono scese al di sotto dell’Italia. Considerando invece i numeri assoluti dei decessi, l’Italia è all’8° posto nel Mondo].
Le altre Nazioni del mondo con valori molto alti di “mortalità” sono rappresentate in alcuni grafici della pagina 2. I dati con i quali sono stati sviluppati quei grafici erano tratti dal Coronavirus Resource Center della Johns Hopkins University: il Centro di Baltimora  ha chiuso la raccolta dei dati il 10 marzo del 2023. Per cui, quei grafici non sono aggiornati.
Attenzione, il 16 maggio 2022 il numero di decessi per Covid-19 ufficialmente registrato dagli Stati Uniti ha superato il valore di 1 milione!


E ora veniamo ai contagi!

Argomento assai spinoso, perché la rilevazione dipende da condizioni molto variabili nel tempo e soprattutto da zona a zona del territorio, e dalle modalità e dalle capacità di effettuare i test e di comunicare i risultati (da parte delle singole strutture regionali, assai diverse tra di loro). Per questi motivi (in realtà chiaritisi maggiormente nel corso del tempo), nei primi giorni di marzo del 2020, e solo però per i primi quattro mesi di questo lavoro, avevamo rinunciato ad esaminare i contagiati o i nuovi casi positivi giornalieri. Poi, abbiamo cominciato a rilevare le cosiddette Incidenze.
Dopo un anno e mezzo, piuttosto, abbiamo dovuto rinunciare a mostrare il Tasso di Positività (quello calcolato sui “Casi testati”), perché questo dato è diventato del tutto inaffidabile, a causa della gran confusione che si è creata sui Tamponi (infatti molte Regioni, già dall’inverno ’21-’22, hanno cominciato a comunicare al Ministero numeri di Nuovi Casi positivi talvolta superiori a quelli dei Casi testati giornalieri (che sono i Tamponi eseguiti per la prima volta da un singolo individuo)..! E, d’altro canto, non è corretto rapportare i Nuovi Casi al numero totale dei tamponi effettuati in quel giorno (i tamponi, molecolari o antigenici, possono essere ripetuti più volte sulla stessa persona, ovviamente); questa interpretazione sbagliata del Tasso di Positività è stata quella ufficialmente comunicata e diffusamente ripetuta dai media come Tasso di Positività.
E dobbiamo anche aggiungere che sin dall’estate del 2022 siamo stati dubbiosi sulla effettiva rilevazione dei casi positivi, perché l’uso assai diffuso dei tamponi fai-da-te (senza successiva acquisizione, con tamponi antigenici o molecolari, dalle piattaforme regionali e nazionali) ed una sintomatologia che si confonde con quella dell’influenza stagionale rendono poco attendibili i dati recenti dei contagi, i quali sono molto probabilmente più numerosi.



NUOVI CASI POSITIVI


1) FASE 4: dal 1° giugno 2022 al 16 luglio 2023.
“Casi giornalieri - Scala naturale - numeri assoluti”

Prima di passare ad esaminare le Incidenze (su 7 o 14 giorni) in scala naturale e poi logaritmica, per comprendere che tipo di crescita abbiamo avuto ancora nell’estate scorsa del 2023, vediamo semplicemente in questi due grafici, con i numeri assoluti e in scala naturale, l’andamento giornaliero dei Nuovi Casi positivi sul Territorio Nazionale, nei periodi 4 e poi 5 (con una scala ben diversa).

Guardando questi grafici è indispensabile rendersi conto subito del particolare “andamento oscillatorio” dei dati, con periodo settimanale (da cui si capisce che è insensato soffermarsi su percentuali in più o in meno da un giorno all’altro, come si è affannata a fare la totalità dei giornalisti o dei media). Il periodo settimanale, a nostra conoscenza, non è stato mai spiegato, ma è senz’altro collegato alla modalità di raccolta e trasmissione dei dati rilevati dalle ASL territoriali. Qui, allora, è stata sovrapposta una linea continua in rosso che congiunge, per ogni giorno x, i valori ottenuti facendo la media [mobile] sui 7 giorni, da 3 prima a 3 dopo del giorno in questione (in breve è detta “centrata”), sì da smussare le oscillazioni.

Anche nell’anno 2022 ci fu una forte crescita estiva, con numeri quasi 20 volte superiori (!) a quelli dell’estate del 2021 (da notare la scala sull’asse verticale che raggiunge il valore 150 mila). Già dal 1° giugno iniziò quella crescita, poi nella seconda settimana di luglio fu raggiunto il picco massimo (valor medio di poco sotto i 100 mila giornalieri)... e poi, nel mese successivo la decrescita è stata piuttosto netta.
Poi, è iniziata una nuova crescita a partire dall’11 settembre 2022... Questa è stata assai più moderata. La curva della media mostra un massimo, il 10 ottobre, con un valore di poco più di 40 mila nuovi casi giornalieri, e poi una diminuzione. Dai primi di novembre, però, si è verificata una nuova, leggera crescita, che si è poi assestata e poi, ad inizio 2023, è iniziata una lunghissima diminuzione (ma qui dobbiamo dire, lo ripetiamo, che abbiamo dubbi sull’attendibilità dei dati sui contagi in quest’ultimo periodo, anche alla luce dell’aumento dei ricoveri che c’è stato a dicembre 2023 - VEDI sotto).

Passiamo ad un secondo grafico dei casi giornalieri che giunge fino al giorno d’oggi.


      FASE 5: dal 16 luglio 2023 ad OGGI.
“Casi giornalieri - Scala naturale - numeri assoluti”

Quello che mostriamo qui a destra è l’ultimo anno (attenzione alla scala molto diversa, di un fattore 10): il valore medio (dei casi giornalieri, calcolato su 7 giorni) era sceso al di sotto di 500 alla metà di luglio ’23; da allora iniziò una forte risalita fino ad un picco di 6.500 all’inizio di ottobre e poi ad un picco più alto, il 13 dicembre, a 9.700. Dopodiché, nel 2024 si è verificato un repentino calo, il valore giornaliero medio nel mese di aprile 2024 era sceso a circa 70, ma poi in questi ultimi mesi, da maggio, è cresciuto nuovamente fino a raggiungere 2.500!

Al fine di comprendere quale tipo di crescita c’è stata nelle due estati del 2023 e del 2024, bisogna passare ad un’indagine sulla base di un indice diverso: l’incidenza dei nuovi casi positivi sui 14 giorni, rapportata a 100 mila abitanti.


INCIDENZA SU 14 GIORNI


2) FASE 5 - “Incidenza cumulativa su 14 giorni - Scala naturale - numeri relativi, su 100k di popolazione”

Per migliorare l’esame di dati che hanno fluttuazioni e irregolarità, una scelta assai utilizzata in epidemiologia, oltre l’uso della media mobile, è quella di considerarne l’incidenza cumulativa su 7 oppure su 14 giorni, su 100k di popolazione (cioè semplicemente sommando i valori sui 7 o 14 giorni precedenti al giorno x e rapportando il risultato a 100 mila abitanti). Se ne traggono curve più smussate e leggibili.

In caso di forte instabilità e per un esame più complessivo, è preferibile seguire l’Incidenza su 14 giorni. Essa è la grandezza utilizzata da molti organismi internazionali, come ad esempio l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).

Questo qui a fianco è il grafico che ne mostra l’andamento in scala naturale; l’intervallo rappresentato è il periodo 5, che inizia a metà luglio 2023.

Già da fine maggio 2023 eravamo scesi al di sotto del valore 50 e da fine giugno al di sotto di 20. A partire da fine luglio 2023 e fino alla metà di ottobre abbiamo osservato un notevole rialzo da 11,6 a 145,7, che bisognerà osservare in scala logaritmica. Successivamente, una breve diminuzione sotto i 100 e poi la crescita è ricominciata fino a superare i 200! A partire dal mese di gennaio del nuovo anno ’24 l’indice è calato drasticamente fino a 1,7 in aprile e poi è cresciuto nuovamente fino a 59.

  ORA, ESAMINIAMO QUESTO STESSO GRAFICO IN SCALA LOGARITMICA...


3) FASE 5 - “Incidenza su 14 giorni - Scala logaritmica - su 100k di popolazione”
    Un esame molto interessante!

Ecco che in questa scala le crescite nei diversi periodi appaiono più chiare, e soprattutto abbiamo uno strumento quantitativo per valutarne l’eventuale crescita esponenziale e la rapidità.
I periodi 3 e 4 sono ora visibili nell’Archivio.

Il contagio, che era decisamente molto debole in tutta la prima metà dell’anno 2023, nel periodo estivo ha mostrato già dalla fine di luglio ’23 una forte crescita e... dalla metà di agosto si è trattato di crescita esponenziale: dal 16 agosto al 13 settembre sono ben 29 punti (giorni 1.270–1.298 sull’asse x) allineati su una retta; il tempo di raddoppio è T1 = 13,3 giorni. Si è passati da 20,6 a 88,5. Quest’ultimo valore è ancora accettabile, ma già il 29 settembre sarebbe stato 200 se la crescita fosse continuata in quel modo...
Gli ultimi punti (dal 18 settembre in poi - VEDI il grafico dopo averlo ingrandito..) scartano verso il basso rispetto alla retta blu! Poi c’è stato il massimo, tra il 10 e il 13 ottobre ’23. Dalla metà di novembre è ripresa la crescita, piuttosto moderata (non esponenziale), che ha raggiunto il valore 200.

A partire dall’inizio del 2024 c’é stato un calo assai rapido, che ha portato ad un valore intorno a 2.
    Attenzione, in questa scala è molto più evidente la crescita successiva, a partire dal mese di maggio del 2024: questa crescita è stata esponenziale, nel periodo dal 10 al 24 luglio, 15 punti (giorni 1.599–1.613 sull’asse x); il tempo di raddoppio è T2 = 11,1 giorni.

La variante omicron, da più di 2 anni, è l’unica presente sul territorio e, però, tra le varie sotto-varianti, i sottolignaggi e le ricombinanti della omicron, già viste negli ultimi mesi, prima si è fatta strada una sotto-variante della XBB.1.9.2 (ricombinante omicron-omicron), la EG.5 che è stata in forte crescita e diffusione a livello globale, in Europa, Stati Uniti e Asia e ora è in forte calo; e poi una sotto-variante della BA.2.86, la JN.1 attualmente predominante. Ecco le percentuali rilevate in Italia: la EG.5 con 1,2 % dei campioni sequenziati, la XBB.1.5 con 5,4%, infine la sottovariante della BA.2.86 la JN.1 con 78,4%.
Le stime hanno la data del marzo 2024 e oramai vengono condotte su un numero molto basso di campioni sequenziati e classificati (44!); esse si trovano sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità: monitoraggio varianti del virus. Mancano successive indagini dopo marzo 2024.


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4) INCIDENZA SU 7 GIORNI e INDICE RDt


  FASE 4 - “Incidenza cumulativa su 7 giorni - Scala naturale”

  FASE 5 - “Incidenza cumulativa su 7 giorni - Scala naturale”

  FASE 5 - “Indice di Replicazione Diagnostica - Scala naturale”


Abbiamo qui sopra due grafici dell’Incidenza su 7 giorni su 100 mila abitanti: a sinistra il periodo 4 dal 1° giugno 2022 al 16 luglio 2023 e a destra il periodo 5 dal 16 luglio 2023 ad OGGI, affinché sia ben chiara la grande differenza tra i due periodi (attenzione alla scala).
Ritroviamo in agosto-settembre ’23 la forte crescita fin quasi a 80: il picco (massimo) è molto chiaro, nel giorno 7 ottobre 2023. La crescita poi è continuata e c’è stato un nuovo picco oltre 110 a metà dicembre. A gennaio del nuovo anno 2024 il calo repentino ha portato il valore giù fino a circa 0,8. La crescita successiva ha portato il valore a 29,7.

A fianco a sinistra un grafico dell’indice RDt. Questo indice, introdotto già all’inizio di questa sezione dei Contagi, ripetiamolo, si ottiene calcolando ogni giorno il rapporto tra il valore in quel giorno del numero dei nuovi casi della settimana precedente (l’incidenza su 7 giorni) e il valore dello stesso numero nel giorno di una settimana prima. Questo rapporto indica prontamente una crescita (se maggiore di 1) o una diminuzione (se minore di 1) e la loro entità; però, bisogna familiarizzarsi con il grafico del suo andamento (per questo motivo il grafico è stato messo a confronto con quello dell’Incidenza su 7 giorni). L’indice mostrato è quello relativo all’intero territorio nazionale, nel periodo 5.

Questo indice mostra una fotografia, è il caso di ribadirlo, non una proiezione sul futuro.
    Dalla fine di luglio dello scorso anno 2023 si è impennato al di sopra di 1, fino a 2 e soprattutto ha mostrato una persistenza su 1,44 (in media), e poi, però, un calo a partire dal 15 settembre e dal 21 dicembre sotto 1!
  Dopo il 21 dicembre 2023 è precipitato fino a 0,5 e poi tra 0,7 e 0,8. Si è trattato di 3 mesi e mezzo di netta diminuzione. Solo agli inizi di aprile 2024 e poi ancora agli inizi di maggio ed ora a fine giugno e poi a luglio, ci sono stati dei guizzi molto brevi fino a 1,5 e poi a 1,7; questi corrispondono ad aumenti dell’incidenza da 0,8 a 29,7, come abbiamo visto (che in percentuale non sono trascurabili).


               Guardiamo le ospedalizzazioni.


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OSPEDALIZZAZIONI


I grafici dei RICOVERI e delle TERAPIE INTENSIVE che seguono qui sotto sarebbero ancora da integrare e confrontare con uno strumento di cui si era sentita la mancanza sin dai primi mesi della pandemia e che poi fu opportunamente introdotto: un cruscotto, che è stato per 2 anni la pagina iniziale del nuovo Portale Covid-19 della Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS), che permetteva di visualizzare in tempo reale la percentuale di occupazione dei posti letto in Terapia Intensiva e in Area Medica (non Critica), sull’intero territorio nazionale ed in ogni singola regione; e di visualizzare i grafici degli andamenti nel periodo più recente. Utilissimo!
  Il portale, bloccato per alcuni mesi e fisso al giorno 29 ottobre 2022... senza alcuna spiegazione, ora non è più presente sul sito-Web dell’Agenzia, soppresso.


RICOVERI TOTALI e TERAPIE INTENSIVE


5) FASE 5 - “Ricoveri totali e Terapie intensive - Scala naturale - numeri assoluti”




La situazione dei ricoveri è stata in crescita a partire dall’agosto del ’23; poi, dal 10 di ottobre è stata in stallo per circa un mese sui 3.700 posti occupati; poi è ripartita la crescita, fino a toccare gli 8 mila posti occupati nel mese di dicembre (questo numero era diminuito fino a 720 a metà luglio precedente). Nel 2024, in soli due mesi il numero è precipitato da 8 mila a 2 mila e poi la diminuzione è continuata più lentamente fino a circa 560 posti occupati ai primi di maggio. Poi ha ripreso a salire: e siamo ritornati al di sopra di 2.000.
Il numero dei ricoveri in Terapia Intensiva era sceso fino a circa 20 tra luglio e agosto ’23. Nei 4 mesi da settembre a dicembre del 2023 è risalito fino a superare i 250, nel 2024 è stato in netta discesa fino a circa 17 a fine aprile ed ora è arrivato a circa 70-80.

     È stato molto interessante, relativamente ai periodi precedenti della pandemia, confrontare i grafici di sopra in scala naturale con quelli di sotto in scala logaritmica. Il confronto è stato spostato nell’Archivio (in costruzione), vale la pena esaminarlo quale esempio dell’enorme utilità della scala logaritmica. In questo periodo 5 il confronto può essere ancora interessante.
Le due curve di sopra mostrano nel grafico di sinistra il numero complessivo dei ricoverati in ospedale (la somma dei ricoverati in TI e di quelli in area non Critica), mentre nel grafico di destra il numero totale delle sole Terapie Intensive occupate. Si è ulteriormente abbassato il rapporto del numero delle T.I. rispetto al totale dei Ricoveri: 2,8% nei 10 giorni dal 29 luglio al 7 di agosto del 2024. Si tratta sempre di un segno che la variante omicron e le sue discendenti non hanno portato a forme gravi della malattia.
   Hanno continuato, però, a morire i più anziani!


      FASE 5 - “Ricoveri totali e Terapie intensive - Scala logaritmica - numeri assoluti”


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MORTALITÀ


6) FASE 5 - “Deceduti - Scala naturale - numeri assoluti”

Questo grafico mostra la crescita del numero assoluto dei decessi nel periodo 5, dal 16 luglio 2023 ad oggi. Abbiamo superato la soglia, piuttosto alta, dei 197 mila decessi. Questo valore (assoluto) si situa all’ posto tra le Nazioni del Mondo e al posto in Europa dopo il Regno Unito.

Una cosa che ci aveva colpito già nel 2022:
a partire dai primi giorni di gennaio del 2022 (VEDI il grafico del periodo 3 in Archivio) iniziò una crescita con una rapidità quasi costante, di circa 300 decessi al giorno in media fino al 14 febbraio (2022)! Poi, la media è diminuita ma si è mantenuta comunque alta e questo si può vedere dalla pendenza della curva in quel grafico.
  Ora, i posti occupati in Terapia Intensiva erano 1.300 il 1° gennaio 2022 e da quel giorno e fino al 14 febbraio successivo i nuovi ingressi sono stati in media 120 al giorno. In tutti i periodi successivi la media degli ingressi nelle Terapie Intensive è stata sempre sensibilmente inferiore a quella dei decessi.
Allora, la semplice domanda è stata: dove muoiono le persone positive al Covid-19?
In uno scambio di mail con la Fondazione GIMBE, Elena Cottafava, Segretario Generale, ha fornito la seguente spiegazione:

“Non tutti i pazienti hanno caratteristiche cliniche e anagrafiche tali da rendere quei pazienti “ricoverabili” in terapia intensiva. Inoltre, molti pazienti vengono ricoverati in terapia subintensiva (che viene classificata come ricovero nei reparti ordinari e non di area critica). Anche in questo caso, non tutti i pazienti decidono di essere ricoverati (es. un paziente molto anziano e debilitato, con molte altre patologie presenti, il cui quadro clinico fosse nettamente peggiorato con il COVID, potrebbe decidere, in accordo con i medici, di rimanere a casa per l’assenza di terapie ospedaliere di successo).”

Se inseriamo nel grafico dei decessi dal 1° luglio ’21 la curva relativa al numero complessivo dei pazienti usciti dalle TI (guariti e deceduti, sommati), che si può desumere dai dati del DPC (occupazioni in TI e ingressi in TI, giorno per giorno), si vede immediatamente che il numero complessivo dei deceduti, positivi al Covid-19, è alquanto più alto del numero degli Usciti dalle TI e che la differenza tra i due numeri aumenta sensibilmente col tempo: questa differenza rappresenta il numero di persone sicuramente decedute fuori dalle TI (in realtà sono ben di più). Ecco il grafico. Francamente, il fenomeno sembra qualcosa di sistematico, piuttosto che non una questione di discrezionalità nei ricoveri.

Comunque, TROPPI DECESSI! Dal 1° luglio del 2021 fino ad oggi sono stati registrati quasi 70.000 decessi; di questi, circa 41.000 (!) sono avvenuti fuori dalle Terapie Intensive.
Possibile che non si riesca a difendere i fragili? E che ci sia così poco senso di responsabilità da parte di quanti, positivi, non rispettano elementari regole di quarantena? È vero però che, con ogni probabilità, qui si sta parlando di anziani che sarebbero comunque deceduti senza Covid nello stesso periodo esaminato, per i quali, insomma, la positività al virus responsabile della Covid-19 è solo un elemento secondario di un quadro clinico assai grave.



7) FASE 5 - “Mortalità settimanale - Scala naturale - su 100k di popolazione”

Abbiamo spostato il grafico relativo ai periodi 1-4 in Archivio (che è ancora in fase di completamento), quel grafico è la migliore sintesi dell’impatto durissimo della pandemia di Covid-19, sul territorio nazionale italiano.
Qui mostriamo il periodo 5.
Ricordiamo che quando il valore della mortalità (settimanale) sale al di sopra del valore 2 si deve considerare che forse si è davanti a qualcosa di straordinario. Se si registrano valori al di sotto di 1, la mortalità si può considerare nella normalità. Tra 1 e 2 si tratta di un intervallo di transizione.

Ricordiamo, innanzi tutto, i numeri totali dei decessi nei 4 periodi in cui abbiamo suddiviso la pandemia; i punti di demarcazione sono il 1° agosto 2020, il 1° luglio 2021 e il 1° giugno 2022. Nel primo periodo abbiamo avuto 35.141 vittime. Il secondo periodo (lungo 11 mesi) è stato certamente quello più grave, durante il quale abbiamo avuto 92.425 vittime. Il numero delle vittime nel terzo periodo è di 39.131. Nel quarto periodo abbiamo raggiunto le 24.264 vittime. Fino ad ora, nel quinto periodo, il numero delle vittime è di 6.291.
 La media giornaliera (calcolata su un intervallo di una settimana) era scesa ai primi di maggio di quest’anno a 0,6 decessi (era salita fino a 60 a metà dicembre scorso e, precedentemente, scesa fino a 2 alla fine di luglio del 2023). Oggi è risalita, ed è arrivata a 19.

Per quanto riguarda questo indice della mortalità settimanale, va ricordato che, finalmente, il 17 gennaio dello scorso anno 2023, l’indice è sceso definitivamente sotto 1.
Da un anno e mezzo siamo dunque al di sotto di 1!
L’indice è stato sempre in discesa nella prima metà del 2023, fino a 0,03 (!), poi in leggera crescita dalla fine di agosto ’23 e, a partire da dicembre, è salito al di sopra di 0,5, per poi ridiscendere rapidamente: ora, però, è a 0,23.

Per chi volesse dare un’occhiata all’andamento dei decessi giornalieri, mostriamo in scala logaritmica il relativo grafico, che è stato sempre presente nelle precedenti edizioni. Esso mostra l’oscillazione settimanale così come abbiamo già visto per i Nuovi casi di contagio giornalieri.


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i decreti del GOVERNO

UN ANNO FA, a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Governo...
NON più accessibili le 3 pagine del sito del Governo, questo l’avviso:
“Non sei autorizzato ad accedere a questa pagina”

L’elenco dei decreti governativi che abbiamo fornito nel primo anno era diventato lungo e oltremodo noioso, in questa pagina_(1) del sito-web del Governo era raccolta tutta la normativa vigente relativa alla pandemia Covid-19, dal febbraio 2020 fino ai primi di novembre 2022. Con maggiore prontezza in quest’altra pagina_(2) venivano elencati i comunicati stampa relativi ai Consigli dei Ministri, nei quali si trovava piuttosto una sintesi del contenuto dei decreti. Inoltre, sempre sul sito-web del Governo, veniva costantemente aggiornata la pagina_(3) delle Domande frequenti.
Questa, invece, è la pagina_(MS) [aggiornata] del sito-web del Ministero della Salute che continua ad essere il riferimento per la situazione in Italia.
Dal 1° aprile 2022 non è più in vigore il sistema delle zone colorate, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza al 31 marzo 2022.

La classificazione di rischio delle Regioni si basava su 21 parametri, che furono elencati in un Decreto del Ministro della Salute (DM Salute) del 30 aprile 2020; però nel DL del 18 maggio 2021 fu inserita una semplificazione che dava una rilevanza maggiore a soli 3 parametri (detti Indicatori Decisionali): l’Incidenza dei Nuovi Casi su 7 giorni e le percentuali di occupazione dei posti in Terapia Intensiva e in Area medica non critica.

il Ministero della Salute

- Continuiamo a fare riferimento qui all’ultimo monitoraggio settimanale del Ministero della Salute nella nuova versione entrata in vigore il 5 maggio 2023. Questa è la pagina [che dovrebbe essere aggiornata] del sito-web del MS che rimanda all’archivio dei Monitoraggi Covid 19 dove si trova l’elenco dei Report settimanali, che integrano i dati raccolti dal Ministero con quelli della Sorveglianza Integrata dell’Istituto Superiore di Sanità.
Attenzione: l’indice Rt medio a livello nazionale, riferito alle due settimane 31 luglio-13 agosto 2024, calcolato sui casi con ricovero ospedaliero (non più calcolato sui casi sintomatici), è in diminuzione: 0,89 (95%CI: 0,83 - 0,95) [95%CI sta per Intervallo di Confidenza con il 95% di probabilità che il valore vero sia contenuto nell’intervallo indicato][1].



Note:

[1] Sul punto dell’intervallo di confidenza, che era molto ampio nel periodo 22 ottobre - 4 novembre 2020, [1,08 ; 1,81], aveva richiamato l’attenzione Giorgio Parisi (all’epoca presidente dell’Accademia dei Lincei e Premio Nobel per la Fisica 2021) in questo articolo, secondo il quale l’elaborazione del valore di Rt non sarebbe stata affidabile a partire dal 20 ottobre 2020; riteniamo ancora utile la lettura di quell’articolo.


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